CGIL SCUOLA COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI FUNZIONE PUBBLICA CGIL NO ALLA RIAPERTURA
DELLE ISCRIZIONI PER L'ANTICIPO DELLA FREQUENZA |
La legge delega introduce la possibilità dell'anticipo della frequenza nella scuola dell'infanzia, a due anni e mezzo, e nella scuola elementare, a cinque anni e mezzo. Una scelta di politica scolastica sbagliata: destruttura la scuola dell'infanzia e la riporta ad un modello assistenziale, mette in forte difficoltà la scuola elementare, introducendo una forte disomogeneità di età (fino a 20 mesi) nelle classi e una maggiore difficoltà nel rispettare i tempi evolutivi di ciascuno. La legge, infatti, demanda alle famiglie la scelta di far iniziare la scuola elementare a sette anni o a cinque e mezzo. In molti casi ciò si tradurrà in una riduzione di attenzione ai diritti educativi dei bambini, perché si asseconderanno le spinte del mondo degli adulti all'accelerazione e al precocismo scolastico, a danno dei diritti dei bambini ad uno sviluppo equilibrato, ad un ambiente educativo pensato e modellato in relazione alle diverse fasi evolutive e rispettoso dei ritmi di apprendimento. Subito dopo l'approvazione della legge delega sulla scuola, il Ministro Moratti ha annunciato la riapertura delle iscrizioni per i bambini che compiono tre e sei anni entro il 28 febbraio 2004, come prevede la legge in fase transitoria. Le condizioni per attuare la frequenza anticipata della scuola dell'infanzia ed elementare non ci sono: · Gli organici per il personale, previsti attraverso l'apposito finanziamento nella legge delega, sono largamente insufficienti a rispondere alla domanda di chi ha diritto all'iscrizione anticipata. L'anticipo potrebbe, quindi, avvenire solo a "numero chiuso" oppure superando i limiti di 25 alunni per classe o di 28 alunni per sezione. Anche in un segmento scolastico obbligatorio come la scuola elementare la legge prevede che il diritto alla frequenza possa essere negato a fronte dell'insufficienza delle risorse stanziate. · Le strutture edilizie sono inadeguate, nella maggior parte dei casi mancano degli stessi requisiti di sicurezza previsti dalla legge 626, mancano spazi e attrezzature specifiche per i bambini di due anni e mezzo, mancano aule per le nuove classi di scuola elementare, gli enti locali non hanno le risorse, soprattutto dopo i tagli della finanziaria, per predisporre le strutture e i servizi necessari: in questo senso l'ANCI ha inviato una lettera al Ministro per segnalare i gravi problemi dei comuni in relazione alla riapertura delle iscrizioni. · I tagli al personale docente e ata previsti dalla finanziaria, oltre a ridurre gli insegnanti di sostegno, i progetti per l'integrazione degli stranieri e l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica, irrigidiscono l'organizzazione del lavoro nella scuola elementare, perché diminuiscono la contemporaneità dei docenti e aumentano il numero di alunni per classe, rendendo ancora più difficile la gestione di classi in cui sono presenti bambini con forti disomogeneità anche di età. · Non sono previste risorse per piani di formazione per gli insegnanti che si troveranno, quindi, impreparati ad affrontare la nuova situazione. In queste condizioni l'anticipo è un vero e proprio salto nel buio: i diritti educativi dei bambini sono messi a rischio perché a settembre la scuola non sarà in grado di garantire ambienti e proposte educative adatte alle nuove esigenze. Sulla base di queste considerazioni,il problema della riapertura delle iscrizioni assume carattere di assoluta priorità , nell'ambito della più ampia iniziativa della CGIL, denominata "VERTENZA INFANZIA" e finalizzata a garantire i diritti dei bambini. La Cgil, unitamente al coordinamento genitori democratici, propone dunque al governo di non riaprire le iscrizioni e di utilizzare le risorse già stanziate per: · Attivare un piano pluriennale per la completa eliminazione delle liste di attesa e per garantire la scuola dell'infanzia pubblica in tutto il territorio nazionale; · Potenziare i servizi educativi per la prima infanzia: nidi, sezioni primavera, sezioni ponte, anche utilizzando le risorse stanziate in finanziaria per i nidi aziendali per servizi educativi nei posti di lavoro o nel territorio che rispondano a requisiti di qualità verificabili; · Attuare un piano per garantire una scuola dell'infanzia che abbia: o non più di 25 bambini per sezione, o la garanzia di almeno 10 ore di contemporaneità docente per tutti i modelli organizzativi, o un tempo scuola rispondente al percorso formativo indicato dagli Orientamenti '91; · Sostenere e promuovere le esperienze di continuità tra la scuola dell'infanzia e la scuola elementare attraverso la formazione comune degli insegnanti, l'attivazione di gruppi docenti integrati e di prestiti professionali, la realizzazione del raccordo curricolare e valutativo. INSEGNANTI,
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