Il Job Sharing

Un lavoro in condominio

Un impiego in condominio. D'ora in avanti sarà possibile dividere con una o più persone lo stesso posto di lavoro, dividendo con loro le ore, la retribuzione, i contributi. Con la circolare n. 43/98 dello scorso 7 aprile, il ministero del Lavoro ha infatti aperto anche in Italia la strada al "job sharing", una forma contrattuale Già piuttosto diffusa all'estero, soprattutto negli Stati Uniti. Ma attenzione a scegliere il compagno giusto, perchè le sue eventuali inadempienze ricadranno su di voi.

Come funziona
Il job sharing - chiamato anche "lavoro gemellato" o "lavoro in coppia" - è un contratto di lavoro ripartito, in cui due o più lavoratori si dividono lo stesso contratto di lavoro subordinato, assumendo, ognuno per intero la responsabilità dell'intera prestazione lavorativa, e condividendone la retribuzione proporzionalmente alle ore lavorate. Insomma, si tratta di un contratto "ai mezzi", in cui i lavoratori si dividono tutto: stipendio, orario di lavoro, assicurazioni obbligatorie e ogni altra contribuzione relativa alle prestazioni assistenziali e previdenziali. Da parte sua, il datore di lavoro stipula un unico contratto di lavoro subordinato, consentendo che gli adempimenti previsti a carico del lavoratore siano ripartiti secondo uno schema concordato dalle parti.

Utile a imprese e dipendenti
Flessibilità e autonomia, dunque, sono le parole chiave di questa nuova formula contrattuale che sembra destinata a riscuotere larghi consensi sia da parte delle imprese - alle quali viene garantita, ad esempio, la continuità del lavoro anche in caso di malattia o d'assenza di uno dei prestatori di lavoro - sia da parte dei lavoratori che, invece di un part-time dalle regole rigide, possono proporre al datore questo tipo di accordo che consente un ampio margine di libertà nell'organizzazione dei tempi di lavoro.
"Finalmente arriva il job sharing anche qui da noi, era ora. Si tratta di una forma contrattuale che, per la sua estrema flessibilità, può facilitare la vita soprattutto delle lavoratrici che, con un impiego gemellato, possono trovare il modo di lavorare senza sacrificare la famiglia". Chi parla è Maria Pia Marchetti, segretaria generale della Federlazio, l'associazione di categoria delle piccole e medie imprese: "Da parte nostra - prosegue - faremo di tutto per incoraggiare i nostri associati ad adottare anche questa formula nei contratti, anche se credo che in un primo momento ci saranno delle resistenze. Di certo nella prossima contrattazione collettiva affronteremo il punto".
Circospetta nei confronti di questo nuovo strumento, Marigia Maolucci, responsabile mercato del lavoro della Cgil Lazio: "Senza dubbio questo tipo di accordo, da verificare in sede ci contrattazione collettiva, può essere di estremo interesse per le donne con responsabilità in famiglia".