CONVEGNO
“COOPERARE PER LA SICUREZZA DEI CITTADINI: LA POLIZIA LOCALE NELLA
PROPOSTA DELLE AUTONOMIE” Roma
31 marzo 2004 DICHIARAZIONE
DI GIOVANNI PAGLIARINI |
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Regioni,
Associazione Nazionale dei Comuni e Unione delle Province durante il
convegno “Cooperare per la sicurezza dei cittadini: La polizia locale
nella proposta delle autonomie Locali, tenutosi a Roma il 31 marzo 2004,
hanno illustrato una proposta di legge di riforma della Polizia Locale. Si
tratta di una iniziativa importante perché, per la prima volta e in modo
organico, viene affrontato il tema della sicurezza in un contesto di
collaborazione tra tutti i soggetti interessati e impegnati nell’attività
di controllo del territorio. Da
tempo, come Funzione Pubblica CGIL, sosteniamo la necessità della messa
in campo di un progetto di lavoro complessivo che sappia tenere insieme
gli operatori che a livello nazionale e locale, a vario titolo, si
occupano di sicurezza, rompendo così uno schema che li voleva
conflittuali tra di loro. In
sostanza, il nostro obiettivo è quello di conseguire il miglioramento
delle condizioni lavorative degli operatori con la qualificazione dei
servizi e con il diritto alla sicurezza dei cittadini. Il testo presentato contiene alcuni di questi obiettivi, insieme
al carattere decisamente alternativo al progetto di devolution perseguito
dal Governo. Il nostro no alla devolution resta fermo e convinto. Una cosa è cimentarsi con una riforma che modifica l’architettura istituzionale assegnando maggiori competenze a comuni, province e regioni, vale a dire ai livelli istituzionali più vicini ai cittadini; altra cosa è cancellare principi costituzionali, sancendo la competizione tra aree territoriali su diritti fondamentali come scuola, sanità e Polizia Locale. Così
come non abbiamo problemi ad apprezzare le parti positive della proposta,
con estrema nettezza ribadiamo ancora una volta la nostra contrarietà ai
contenuti dell’articolo 12 che prevede l’istituzione di funzioni
ausiliarie di Polizia amministrativa locale da attribuire al personale
delle Agenzie private di Vigilanza e alle Associazioni di volontariato. Questa
formulazione dell’articolo 12 non può che portare al depotenziamento
degli apparati pubblici preposti alla sicurezza, alla dispersione delle
loro competenze, alla trasformazione della sicurezza in un business,
mettendo così in discussione il rapporto tra sicurezza e regole
democratiche. Se
questo ultimo aspetto non verrà modificato, il giudizio della Funzione
Pubblica CGIL non potrà che essere negativo.
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