COORDINAMENTO NAZIONALE

POLIZIA LOCALE

 

Patto per il lavoro, DPEF e ricadute sulla Polizia Locale


E' ormai una nostra consolidata prassi il continuo aggiornamento dei lavoratori della Polizia Locale su tutti gli aspetti, professionali e non, che inferiscono il mondo del lavoro.

Questo poiché un sindacato ha il preciso dovere di confrontarsi, atti di riferimento alla mano, con iscritti e non, alfine di agevolare il dibattito e la circolazione delle idee.

Questo sistema è sicuramente faticoso ma essenziale per controbattere le tante piccole e grandi demagogie, che riempiono la vita quotidiana nei posti di lavoro.

Altro nostro obiettivo è di rompere gli steccati in cui si tenta di circoscrivere la Polizia Locale, per isolarla dal mondo del lavoro ed offuscarne la capacità di critica verso tutti gli atti di carattere generale, che ci riguardano nella doppia veste di cittadini e lavoratori.

In particolar modo in questi ultimi giorni hanno tenuto banco due importanti atti di governo: il patto per il lavoro e il Documento di Programmazione Economico e Finanziaria.

Nel patto per il lavoro, che la CGIL ha rifiutato di sottoscrivere, vi sono elementi di gran preoccupazione per lo svolgimento delle tornate contrattuali prossime e sul mantenimento dei servizi pubblici.

In quest'accordo, siglato da tutte le altre Confederazioni, trova concretizzazione quanto auspicato dalla Confindustria e dal Governo, in materia di mercato del lavoro, fisco e ammortizzatori sociali.

Contrariamente a molte dichiarazioni rese ha trovato finalizzazione la ricerca di scardinare il sistema delle tutele, attraverso la riduzione dell'efficacia dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori.

Ora due sono le cose: se aumenta l'occupazione significa che gli industriali, pur avendone avuta possibilità per l'andamento del mercato, non hanno sinora reperito ulteriore manodopera poiché, la cercano solo se questa si propone sotto forma di precariato costante ed impaurita dalla minaccia del licenziamento senza giusta causa,se viceversa non migliora il livello occupazionale nelle piccole imprese significa che questa modifica nulla ha da spartire con l'economia e quindi non serve.

In entrambi i casi, gli unici a pagare un prezzo altissimo sono i lavoratori, la libertà sui luoghi di lavoro e la capacità di rivendicare i propri diritti.

La volontà di cambiare il modello organizzativo del mondo del lavoro per porre al centro delle politiche di sviluppo il precariato ormai divenuto sistema mentre è sempre più a margine il lavoro stabile e tutelato, è chiaramente rilevabile anche dal DPEF dove si impone lo stesso principio anche nel pubblico impiego.

Difatti, s'individua nell'esternalizzazione dei servizi e nell'utilizzo senza limiti di tutte le forme di flessibilità, il centro della politica contrattuale del Governo.

Fatto questo che interessa molto da vicino la Polizia Locale, che è stata difesa dall'utilizzo del lavoro interinale e da altre forme di flessibilità nel contratto del 14/9/2000, in forza della funzione svolta al servizio della sicurezza delle città.

Perciò sbagliano quanti pensano o vogliono farci credere che trattasi di cose minimali e relative a pochi lavoratori. Questo anche perché la storia sindacale c'insegna, che i provvedimenti più nefasti s'incuneano dal piccolo al grande panorama finendo per colpire tutti, lavoratori pubblici e privati.

Per continuare l'analisi del DPEF sottolineiamo che l'intero impianto sulla sicurezza non prevede, in tutto il triennio 2003/2006, una sola lira di finanziamento per la Polizia Locale.

Ora se si vuole concretamente giungere ad una riforma della polizia locale con un assetto previdenziale equiparato alle Forze di Polizia dello Stato, un'indennità di Polizia Locale ben più congrua dell'attuale, un coordinamento tra le Forze in campo a difesa della sicurezza urbana, occorrerà impegnare risorse finanziarie che allo stato non sono previste o prevedibili.

Questo a meno che non s'intenda scaricare il costo della riforma sugli Enti Locali, cosa che ci fa sorridere conoscendo lo stato comatoso dei bilanci di questi Enti.

Il fatto grave è che le forze sociali che hanno sottoscritto il patto per il lavoro, hanno anche accettato i parametri macroeconomici posti a fondamento del DPEF, come si evince dalla lettura del testo.

Pertanto si sono legati mani e piedi alla politica economica del Governo, che ha basato l'architrave della prossima finanziaria su dati di crescita del PILl molto ottimistici a fronte di un andamento rallentato dell'economia mondiale.

Le varie bocciature da parte degli organismi europei delle previsioni economiche del governo e d'alcune fantasiose manovre di cassa (basta vedere cosa è successo nel 2001 con il PIL e la vicenda delle cartolarizzazioni) non ci rassicurano sul prossimo futuro.

A pensarla così è anche la Corte dei Conti che ritiene ben più ampia la manovra necessaria a riequilibrare il fabbisogno dello Stato.

In pratica non sono disponibili le risorse necessarie a finanziare i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego.

Altro punto del patto e del DPEF che ricade su tutti i lavoratori con reddito medio basso è la politica fiscale.

Conteggiando la diminuzione dell'IRPEF già prevista nella finanziaria 2000 e cancellata dall'attuale Governo, con la riduzione delle aliquote fiscali, i conti non consentono d'avallare nessun'eccezionale riduzione della pressione fiscale.

Naturalmente, chi ha grandi patrimoni certo avrebbe enorme vantaggio da una riduzione a sole due aliquote.

Per farla breve, un lavoratore della Polizia Locale vede aumentare il prelievo fiscale.

Sulla previdenza il Governo non retrocede dalla decontribuzione per i nuovi assunti, fatto questo che mina l'attuale struttura delle pensioni in favore delle polizze previdenziali private e sull'aumento.

E' di questi giorni la notizia che la grande crisi dei mercati americani per la scoperta di grosse società che avevano truccato i bilanci, ragione per cui in America si vogliono inasprire le pene contro il falso in bilancio mentre da noi è depenalizzato, sta costringendo molti pensionati a cercare nuovamente un lavoro, poiché i mercati hanno volatilizzato i risparmi d'una intera vita lavorativa.

Pronto a fare il proprio ingresso in campo vi è ora il secondo pallino degli industriali: le pensioni.

Partendo dall'assioma dettato dal Presidente del Consiglio circa la perfetta coincidenza del proprio programma di governo con quell'elaborato da confindustria, la cosa ci preoccupa non poco!

E' ormai notizia quotidiana la volontà di aumentare l'età utile al riconoscimento della pensione.

Restano questioni ancora di primo piano quali le risorse per gli ammortizzatori sociali (700 milioni e non i 5 miliardi di euro necessari), la sostituzione degli altri istituti di tutela con una generica protezione integrativa, il cambio del ruolo del sindacato che diviene esso stesso compartecipe della erogazione dei servizi presenti sul mercato del lavoro (selezione, formazione professionale,ecc.) sino al problema grave del ritorno alle mutue private.

Un ritorno questo alla sanità divisa tra ricchi e poveri, ad un modello sociale che amplia e divarica le differenze creando emarginazione dove già esiste povertà o precariato.

A tutto questo occorre collegare un'idea di sicurezza regionalizzata e integrata dai privati.

Basti pensare al progetto di legge per l'impiego delle guardie giurate in compiti di Polizia Giudiziaria presentato dall'On. Ascierto.

In tutto questo non comprendiamo il ruolo riservato alla Polizia Locale ed alla sua professionalità, dagli atti sinora elaborati e dalle affermazioni degli esponenti del Governo ricaviamo solo una gran confusione.

Di certo non abbiamo affrontato in maniera esaustiva le problematiche inerenti al patto per il lavoro o al DPEF, ma era giusto porre all'attenzione dei lavoratori questi temi ed invitare tutti a leggere i documenti citati e regolarmente presenti sui nostri siti internet, così d'arricchire la discussione.

La cosa che più ci preme è quindi che ognuno si formi un proprio parere, prendendo visione dei documenti citati e si renda conto che questi temi sono pesanti macigni che possono cadere sul nostro percorso lavorativo.

Se li conosci forse li eviti

Noi ci battiamo per questo, lavoratori ignoranti servono a chi necessita della demagogia e questo non è parte del nostro bagaglio sindacale.

G.Pagliarini                                   G.Martinelli

N.B. si allegano il Patto per il lavoro ed il DPEF (parte inerente alla Polizia Locale)

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