Manganelli: una scelta sbagliata che distorce e depotenzia il lavoro e la professionalità  della Polizia Locale, sovresponendo ulteriormente gli agenti.

  

La FPCGIL è assolutamente contraria a dotare di manganelli la Polizia locale.

Questa scelta è un punto fermo della nostra azione sindacale, chiarito da molti anni in tutte le sedi istituzionali.

Un assunto, privo di preconcetti ideologici e frutto di tantissimi confronti sia in sede di coordinamento nazionale che sul territorio a diretto contatto con i lavoratori.

In questi giorni stiamo assistendo ad iniziative di sindaci che, in pompa magna e con tanto di televisioni al seguito, provvedono personalmente a consegnare agli agenti i manganelli in nome “della sicurezza per la città”,

Nulla  ha da spartire, a nostro avviso, l’utilizzo del manganello con il dovere, di un amministrazione comunale o provinciale, di garantire ai cittadini serie politiche integrate di sicurezza urbana, tenuta della legalità, standard qualitativi ottimali dei servizi pubblici, ecc.

L’Ordine Pubblico è di competenza statale e la Polizia Locale ha un ruolo specifico e fondamentale nella vivibilità delle città e nello stesso assetto democratico del vivere civile, che va difeso e potenziato e non snaturato.

Trasformare la Polizia Locale in un clone mal riuscito delle Forze di Polizia Statali, significa disperdere un patrimonio professionale indispensabile per la vivibilità delle città, depotenziandone il ruolo, la professionalità peculiare e l’autonomia operativa ed organizzativa.

Intervenire nella prevenzione e repressione delle violazioni (amministrative o penali) richiede che le amministrazioni attivino percorsi professionali permanenti e coerenti con le funzioni ed i compiti che la legge (dalla Costituzione alla 65/86) assegnano alla Polizia Locale, organizzino il lavoro incentrandolo su funzionalità e tutela degli operatori,ne tutelino l’autonomia dalle indebite ingerenze politiche, applichino correttamente gli istituti contrattuali previsti per questo fondamentale servizio pubblico, investano adeguate risorse (anche con piani pluriennali) in strutture, mezzi e dotazioni organiche.

A tutto ciò, andrebbe collegato un serio e vero coordinamento con le Forze di Polizia ad ordinamento statale per garantire, ognuno in rapporto alla propria specifica peculiarità professionale, migliori condizioni di vivibilità e legalità.

Invece di migliorare la capacità d’intervento della Polizia Locale nelle materie di competenza, di perfezionarne le capacità investigative ed il rapporto con i cittadini, si acquistano manganelli e caschi per impiegare gli agenti allo stadio (Provincia di Frosinone) o si giustifica la spesa con gli interventi in materia di repressione degli ambulanti extracomunitari.

Al di là di problemi sociali che contraddistinguono fenomeni quali l’ambulantato degli immigrati o dei cittadini italiani appartenenti alle zone povere o realtà emarginate del paese, cui di certo la risposta della politica non può essere il manganello, l’intervento della Polizia Locale è di tipo amministrativo (redazione del verbale, sanzioni, sequestro della merce, ecc) e la migliore garanzia di buon funzionamento del servizio è data dalla professionalità degli agenti operanti, dalla catena di comando, dall’organizzazione del lavoro (numero di uomini impiegati, di mezzi, modalità d’intervento) e dal coordinamento con le altre Forze di Polizia.

La dotazione del manganello nasconde i veri problemi, lascia soli i lavoratori in interventi complessi dando un importante alibi per le disfunzioni organizzative, espone gli agenti a tutti i rischi derivanti dai danni alle persone che possono derivare dall’uso del manganello.

Difatti, la innaturalità di questo strumento per la storia della Polizia Locale, i suoi compiti e funzioni, lo rende non solo inutile ma pericoloso per le conseguenze del suo uso.

Questi episodi, testimoniano quanto sia fondamentale giungere ad un assetto di riforma coerente con il ruolo della Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana.

Una riforma che ne chiarisca compiti e funzioni, garantisca tutele e professionalità impedendone stravolgimenti di cui pagherebbero il prezzo operatori e cittadini.

Incalzeremo il governo ed il sistema delle autonomie sulla riforma della Polizia Locale e su tutte le problematiche connesse a questo importante settore della vita dei cittadini.

Continueremo a dare (all’interno ed all’esterno della confederazione) il nostro contributo alla discussione in atto sui temi della sicurezza (fattore d’assoluto rilievo per la libertà d’ognuno, per la credibilità delle istituzioni e per lo sviluppo economico e sociale del paese e del mezzogiorno in particolare) avendo ben chiaro da un lato la gravità delle questioni e dall’altro il ruolo, le funzioni e la peculiare professionalità della polizia locale.

Tutte queste problematiche saranno una parte importante della discussione che affronterà il coordinamento nazionale della Polizia Locale che a breve sarà convocato ed al quale spetterà di preparare la strada che ci deve portare alla V Assemblea Nazionale della Polizia Locale.

Roma, 19 settembre 2006       

  

          Il Segretario Nazionale                                          Il Coordinatore Nazionale Polizia Locale
               Antonio Crispi                                                             Gennaro Martinelli