INFANZIA E DIRITTI  BOLOGNA 22 GIUGNO 2002

Intervento di Valentina Santucci   Fp CGIL Comune di Roma


La scuola dell'infanzia nel corso degli anni è profondamente cambiata, ha maturato una propria specificità, in grado di rispondere alle diverse necessità di una società in profondo movimento,adeguata e credibile in un contesto più ampio del progetto scuola nel suo insieme.

Proprio nelle scuole dell'infanzia degli enti locali si sono avviate per prime alcune significative esperienze che consentono diverse opportunità educative; quali ad esempio la pratica quotidiana dell'accoglienza, lo studio degli spazi come contenitori educativi, i laboratori e le classi aperte, la documentazione rivolta ad insegnanti, genitori ed alla comunità, con il fine di far conoscere le molteplici esperienze del fare e dell'agire , che sono proprie della scuola dell'infanzia, la verifica dei risultati e degli obiettivi conseguiti.

Infine, e non ultima ma fondamentale, la continuità educativa verticale e orizzontale: verticale, tra i nidi le scuole dell'infanzia comunale e la scuola elementare; continuità orizzontale all'interno della scuola con progetti d'interclasse, con le famiglie, favorendo la socializzazione anche degli adulti attraverso progetti specifici .

Una scuola dell'infanzia quindi indirizzata ad una maggiore consapevolezza del proprio ruolo , che pone al centro dell'attenzione il bambino come fruitore di diritti in quanto tale.

Oggi, sulla base dell'esperienza acquisita possiamo ben dire che i nidi e le scuole dell'infanzia non sono più luoghi di custodia e parcheggio, bensì, nel tempo, servizi educativi dove prevalgono, l'esperienza attraverso il gioco, la comprensione lo sviluppo dell'autonomia d'identità , abilità e competenze.

Avendo voluto parlarvi di un'esperienza , mi sarebbe stato difficile sceglierne una delle tante messe in atto in tutta la città. perché nelle scuole romane e nei nidi sono molteplici, le sperimentazioni eccellenti.

Negli ultimi anni possiamo affermare con forza che le positive esperienze prodotte lo sono state grazie alla acquisizione di una diversa consapevolezza collettiva da parte d'insegnanti , educatori , Amministrazione comunale e sindacato.

Al riguardo voglio citare il "progetto ponte", sperimentato in quest'ultimo anno a Roma, che ha visto coinvolte alcune scuole dell'infanzia, che hanno accolto bambini da 24 mesi in poi da affidare ad educatori dei nidi e ad insegnanti delle scuole dell'infanzia, i quali hanno lavorato insieme per l' integrazione di stili educativi diversi e nel rispetto fondamentale dei bisogni e dei ritmi dei bambini, in ambienti strutturati appositamente per il sonno, per il gioco l'accoglienza.

Ciò diversamente da come propone il Ministro Moratti che vede nell'abbassamento dell'età di accesso del bambino nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare un modo per rispondere esclusivamente alla crescente domanda di scuola senza dare risposta ai problemi educativi posti.
L'autonomia che riconosce alla scuola la propria identità ; la parità scolastica , che riconosce dopo anni di battaglie ideologiche alla scuola dell'infanzia degli enti locali il ruolo di scuola paritaria , certamente non è completamente rispondente a quanto auspicato, anche perché non risponde alla esigenze di una scuola di grandi tradizioni ed esperienze, maturate e consolidate nel corso di oltre cent'anni di storia dalle scuole dell'infanzia comunali.

In una realtà come quella romana, la battaglia del sindacato per dare sostegno all'offerta scolastica gestita dal Comune, in termini di servizi e qualità, ha consentito di sfruttare gli spazi offerti dalle innovazioni legislative nel frattempo intervenute , come nel caso della legge 124 (conosciuta ai più come la legge per il passaggio allo stato del personale Ata) per risolvere finalmente il problema dei precari utilizzando le graduatorie uniche permanenti .

In questo modo sottoscrivendo con l'Amministrazione l'accordo relativo alla applicazione dell'autonomia e della parità scolastica, con un più efficiente e razionale gestione del meccanismo delle graduatorie del personale docente precario, siamo riusciti ad ottenere il risultato di un generale rafforzamento del sistema scolastico comunale, migliorandone la qualità dell'offerta.

Il sostegno economico che viene riconosciuto ai Comuni attraverso la legge di parità consente di mantenere aperte tutte quelle esperienze significative e di eccellenza che abbiamo sperimentato nel tempo; la legge però deve necessariamente essere messa in relazione con i contratti, per quanto riguarda il personale docente, perché in assenza di ciò perderebbe la sua efficacia .

Nello stesso tempo penso che si debba chiedere con forza la verifica e l'applicazione della stessa nei confronti delle scuole private, con la consapevolezza che in alcune zone del paese, per l'assenza di scuole statali e comunali, queste a volte rappresentano l'unica risposta concreta ai bisogni dell'utenza.

Per questo motivo, in applicazione di quanto definito nella legge 59 " Bassanini " che assegna agli enti locali il ruolo di attore primario per definire l'offerta formativa integrata pubblico privato, è necessario che in sede locale vengano sostenuti da tutto il sindacato gli accordi di programma che costituiscono lo strumento di garanzia per delle opportunità educative uguali per tutti.
I nidi hanno anch'essi maturato una profonda cultura dell'infanzia e del loro ruolo come " prima scuola " e la carenza di questo servizio, specialmente nel sud ,non deve costituire pretesto per abbandonarlo a se stesso ed alla privatizzazioni come nelle intenzioni della legge Maroni e della finanziaria 2002, con il rischio reale di un salto indietro di almeno 100 anni.

A Roma i problemi da affrontare per i nidi sono relativi essenzialmente ai servizi integrativi, che in altre città del paese sono stati affrontati in parte e risolti dando luogo a positive esperienze,
In una metropoli come Roma questi servizi assumono carattere di priorità, ed il sindacato con l'accordo del 30.10.2000 ha cercato di affrontarli anche alla luce di alcune significative esperienze nate dalla legge 285 come " spazio insieme " in cui bambini e genitori vivono il nido come momento di socializzazione ,di relazione di confronto.

Il ruolo degli enti locali è determinante non solo per la gestione dei nidi ma anche delle convenzioni e dei servizi integrativi, soprattutto per la determinazione di standard di qualità e di orientamenti educativi a cui tutti i servizi pubblici e privati devono rifarsi, a partire dalla qualità fino all'applicazione dei contratti.

Subito dopo la presentazione della proposta di legge sui nidi, da parte del Governo, ci siamo mobilitati con una prima iniziativa con l'invio di una cartolina di contrarietà da parte di genitori ed insegnati inviata al parlamento e al governo.
Sappiamo bene che questo non è sufficiente, siamo pronti a mobilitarci per salvare i nidi come la scuola dell'infanzia dall'attacco subdolo ma forte del governo per mantenere ed incrementare questi servizi

Insomma non deve passare la linea che " l'abbattimento dei costi nell'Infanzia non deve essere condiviso ma ostacolato".

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