Roma, 15 luglio 2004

 

 

      -          Presidente Anci
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Presidente Upi
-         
Presidente Conferenza Regioni
-         
Presidente Aran

 

 

I servizi bibliotecari   risultano nel nostro paese  inadeguati, in forte contrasto con il crescente bisogno informativo dei cittadini : pressoché  a tutti i livelli le biblioteche non sono considerate come un servizio primario per i cittadini , nonostante il  diritto all'informazione sia un diritto costituzionale e sancito anche dal  Manifesto Unesco  sulle Biblioteche Pubbliche .  

La professione bibliotecaria è minata da scarso riconoscimento, forte precarietà e bassi investimenti e non riconosciuta come un'organizzazione di professionisti  come stabilito anche  dalle recenti “Linee Guida IFLA” e dalle “Linee di politica bibliotecaria per le autonomie” sottoscritte dagli Enti nel 2003. 

Le scelte generali degli Enti (salvo  dignitose eccezioni) non dimostrano particolare attenzione alla qualità dei servizi erogati dalla biblioteche pubbliche che dovrebbe invece  essere il risultato di adeguati investimenti sulle  professionalità specifiche (selezione, riconoscimento profili professionali, valorizzazione), in sintonia con i principi del Testo Unico sul pubblico impiego D. Lgs. 165/2001 e sulla formazione e aggiornamento permanente previsti dai CCNL dei vari Comparti, dalla circolare del Ministero Funzione Pubblica del dicembre 2001 e dalla Legge 3/2003.  

In particolare nelle biblioteche  degli Enti Locali, diffuse in tutto il territorio in quasi 8000 Comuni, baluardo di cultura e democrazia, come ha sostenuto non molto tempo fa il presidente Ciampi, il personale è generalmente sottodimensionato, spesso precario e soprattutto non ha, dal punto di vista contrattuale, il giusto riconoscimento del ruolo specialistico attraverso la definizione di profili professionali specifici nell’ambito del Nuovo Ordinamento professionale in atto dal 1999. 

Le scriventi organizzazioni Sindacali, unitamente all'Associazione Italiana Biblioteche, condividono la forte preoccupazione per questa situazione di mancato riconoscimento professionale che porterà senz'altro anche  un peggioramento dei servizi delle biblioteche ai cittadini. 

E' pertanto indispensabile affrontare al più presto il passaggio legato alla valorizzazione e riconoscimento dei Bibliotecari  attraverso la definizione dei “profili professionali” e ciò deve avvenire a partire dai lavori della Commissione  Paritetica per il sistema di classificazione prevista dall'articolo 12 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Regioni e Autonomie Locali sottoscritto il 22 gennaio 2004.

Ciò anche in coerenza con quanto già formalmente riconosciuto nelle Università e nei Ministeri per analoga professione e con il Decreto del 15 novembre 2000 del Dipartimento Funzione Pubblica (G.U. Serie generale n. 286 del 7.12.2000) che ha riconosciuto il profilo di “Bibliotecario” persino tra le figure professionali della 2^ fascia dirigenziale.  

Confidiamo nella comune volontà di percorrere al più presto e senza esitazioni questa strada, lo dobbiamo  non solo a una categoria di lavoratori, ma all'intera società civile, perché la biblioteca, ce lo ricorda il Manifesto Unesco " costituisce una condizione essenziale per l'apprendimento permanente, l'indipendenza delle decisioni, lo sviluppo culturale dell'individuo e dei gruppi sociali ". 

    FP CGIL                      CISL FPS                      UIL FPL                      Associazione Nazionale Biblioteche
G. Pagliarini                      V. Alia
                     C. Fiordaliso                                      M. Scarabò