La "vertenza infanzia" nel quadro dell'iniziativa Confederale su scuola,formazione e ricerca

SCHEDA: la contrattazione territoriale

 

Preambolo

· Alla luce della recente approvazione della legge delega sulla riforma dei cicli scolastici la vertenza infanzia, lanciata dalla CGIL Funzione Pubblica e dal Sindacato Scuola a difesa del sistema pubblico scolastico dei nidi e delle scuole dell'infanzia, costituisce un riferimento importante per l'iniziativa assunta dalla CGIL a sostegno della scuola pubblica.
· Gli effetti di questo provvedimento,sul quale pesa da tempo un giudizio negativo da parte del sindacato e di tutto il mondo della scuola, mina alla radice il principio costituzionale di uguaglianza e di pari opportunità nell'abbassare l'età dell'obbligo scolastico; falsando altresì, con l'anticipo dell'ingresso alla scuola dell'infanzia, il naturale sviluppo educativo pedagogico dei bambini con possibili conseguenze negative su tutto il proseguo del ciclo educativo in termini di disagio e di apprendimento, i cui riflessi sul piano delle opportunità di vita è evidente .
· La legge affida al Ministro della Pubblica Istruzione il compito di emanare decreti attuativi entro due anni; in questo corso di tempo, dalla nostra capacità di evidenziare sul piano del merito le molte contraddizioni di questo provvedimento dipenderà la possibilità di fare vivere nel paese un servizio scolastico capace di garantire nella prospettiva gli alti livelli culturali e formativi necessari per affrontare in modo adeguato la sfida per la competitività sul piano della tecnologia, della innovazione e della ricerca.
· Per questo motivo l'iniziativa sulla scuola dell'infanzia promossa dalla Funzione Pubblica, dal Sindacato Scuola, con l'apporto della Formazione e Ricerca e del sindacato Confederale, con la sua caratteristica "vertenziale", assume un ruolo di grande rilevanza strategica per la vertenza più generale promossa dalla CGIL sul tema della scuola, perché entrando nel piano del merito e dei contenuti consente di mettere in evidenza le tante contraddizioni della riforma promossa dal Governo.

Sul piano del merito:

· Partendo dal presupposto che la nostra azione è rivolta alla piena conferma e valorizzazione della scuola dell'infanzia gestita dallo Stato e dagli Enti Locali, affrontando nel contempo il nodo di una sua non penalizzata coesistenza con la scuola privata paritaria, questa vertenza si basa su di una idea di patti territoriali nei quali determinare regole comuni di funzionamento della offerta complessiva di scuola dell'infanzia in ciascun territorio.
· Avviene in un arco limitato di tempo legato alla emanazione dei decreti attuativi (quindi due anni): una prima fase , si dovrà concludere a ridosso della riapertura delle scuole dopo le ferie estive con accordi specifici che entrano nel merito della gestione in ciascun territorio, delle scuole dell'infanzia e dei nidi sia pubblici che privati.
· Per questo motivo è necessario che le categorie ed il sindacato confederale si attivino immediatamente nella richiesta di apertura di tavoli di trattativa per la definizione di accordi di gestione di questa problematica che vedano la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali preposti, ognuno per la propria parte di competenza, sia al livello regionale che territoriale.
· Portare altresì a conoscenza della cittadinanza e delle forze politiche, nonché agli operatori culturali del mondo della scuola ed ai genitori, le nostre rivendicazioni al fine di un loro coinvolgimento su quest'importantissimo tema in modo da fare crescere l'attenzione delle controparti alle nostre proposte per una migliore riuscita della vertenza "infanzia "
· Il nostro obbiettivo è quello di realizzare il governo dell'offerta di scuola dell'infanzia pubblica e privata , in ciascun territorio, che ne regoli il funzionamento nel rispetto, tanto per fare un esempio, di: comuni standard quali-quantitativi e dei regimi orari; della gestione delle liste di attesa; delle attività sussidiarie ed integrative; dell'accertamento del requisiti professionali necessari per svolgere l'attività di docente nelle scuole dell'infanzia e di educatore negli asili nido; per calmierare il costo delle rette ; per garantire l'apertura generalizzata dei nidi aziendali anche alla cittadinanza.
· La richiesta di apertura di una trattativa generalizzata sulla gestione delle scuole dell'infanzia pone immediatamente all'attenzione del sindacato il problema dei tagli operati dalla Finanziaria nei confronti della Scuola e degli Enti Locali le cui ricadute, se non governate in maniera tempestiva, potrebbero avere conseguenze dirompenti per tutto il sistema scolastico pubblico in termini di dismissione o progressiva privatizzazione di parti di questo importante servizio, i cui maggiori costi ricadrebbero inevitabilmente sulla spalle dell'utenza.
· Per questo motivo il nostro principale obiettivo è quello di partire con la vertenza, ad iniziare dalla conferma degli attuali investimenti sulla scuola dell'infanzia pubblica e privata, garantendo i livelli occupazionali, per determinare accordi volti a definire in un arco di tempo stabilito una offerta scolastica integrata e distribuita nel territorio, in grado di soddisfare ed interpretare la domanda di servizio proveniente dalla cittadinanza e non sempre espresso dalle famiglie.
· Costruire al più presto una piattaforma rivendicativa condivisa dalle famiglie e dai genitori, facendone conoscere in modo largo e diffuso i contenuti, è di fondamentale importanza, visto che la mancanza di una corretta informazione su questo delicatissimo tema ha consentito nel corso degli anni il montare del disinteresse ed indifferenza sulle sorti della scuola pubblica dell'infanzia a favore di una scuola privata, forse priva delle necessarie garanzie pedagogico-educative per i bambini ma in grado di consentire un affidamento più vicino a privilegiare le esigenze individualistiche dei genitori.
· Tutto questo impone la necessità di una estrema attenzione nel muovere l'azione sindacale evitando che la battaglia per la difesa del diritto del bambino ad un corretto sviluppo psico-pedagogico, che gli permetta di apprendere con successo per tutta la vita, possa essere intesa come una battaglia di retroguardia e di conservazione attenta a difendere l'esistente, piuttosto che le reali necessità dei genitori di poter usufruire di servizi educativi.
· Per questo motivo l'approccio alla vertenza, per essere vincente dovrà basarsi, oltre che sulla esternazione delle motivazioni di carattere generale che sosteniamo sull'argomento, su di una azione mirata a sostenere un corretto funzionamento dell'intero sistema educativo e scolastico, per un rispetto ed una cura del bambino rispetto al quale sicuramente potremo ottenere la piena adesione dei genitori e della società civile.
· Si tratta quindi di spostare l'attenzione del problema dalla discussione ideologica a come si costruisce in modo corretto una pratica quotidiana di educazione scolastica in grado di dare le necessarie garanzie al bambino su cui mobilitare non solo le coscienze, ma anche la disponibilità al sostegno sia dei fruitori del servizio che degli operatori.
· Per ottenere ciò occorrerà il massimo impegno da parte del complesso della CGIL ( Confederale , FP, SNS, FFR) sulla condivisa convinzione che questa iniziativa va costruita superando le barriere culturali ed ideologiche che fino ad oggi hanno limitato la nostra possibilità di incidere efficacemente su tutta la partita della scuola dell'infanzia e dei servizi educativi nel loro complesso .
· L'idea della realizzazione di patti territoriali riguardanti la scuola dell'infanzia rappresenta uno strumento di programmazione fortemente innovativo nel quadro nazionale che può consentire il potenziamento ed il miglioramento di questo servizio in ciascun ambito regionale , intervenendo su:
1. gli indirizzi strategici
2. le risorse , i tempi e gli strumenti
3. il monitoraggio e la verifica dei patti siglati
· La partita territoriale introduce un elemento di novità nel nostro modo di lavorare, perché mette assieme diversi soggetti contrattuali , nel nostro caso Comuni, Anci regionale, Direzioni Scolastiche regionali, proiettando le diverse categorie sindacali fuori dalle abituali logiche di settore su nuove tematiche il cui carattere globale investe interi territori e l'insieme dei cittadini residenti.
· Ciò implica una diversa considerazione del funzionamento dei servizi e della loro gestione che comporta necessariamente la riconsiderazione e l'ampliamento degli attuali istituti contrattuali alla luce della diversa regolamentazione delle attività dei servizi scolastici in una dimensione espansiva della loro attuale offerta.
· Ciò ponendo una particolare attenzione ai piani di utilizzo delle risorse del fondo di ripartizione regionale da distribuire nei diversi territori per finanziare la costruzione e la gestione dei nidi (prioritariamente aziendali aperti alla cittadinanza.
· Un altro dei problemi che dovremo affrontare in maniera prioritaria nel corso della vertenza è la questione delle liste di attesa alla luce della riapertura delle iscrizioni promesso dal Ministro della Pubblica Istruzione per realizzare l'anticipo scolastico.
· Su questo aspetto dovremo determinare una ferma opposizione di merito sapendo che al nostro fianco troveremo schierati gli Enti Locali che sono assolutamente impreparati sia in termini organizzativi che di risorse per finanziare un profondo e sostanziale cambiamento dell'attuale assetto pedagogico-evolutivo delle scuole dell'infanzia.
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· Per questo motivo la nostra richiesta dovrà definire nel merito:
1. il livello degli accordi che intendiamo stipulare sia al livello Regionale ed al livello comunale o di distretto territoriale, in caso di comuni di scarsa dimensione; con una prospettiva temporale di tre-quattro anni per consentire una progettualità plausibile .
2. I soggetti istituzionali che partecipano all'accordo :
· Regione, ANCI regionale e Direzione scolastica regionale, a livello della regione
· Comune e Distretto scolastico al livello locale
Si escludono le associazioni dei soggetti privati a questo livello di
determinazione delle risorse perché l'obbligo della vigilanza
e dell'indirizzo è di esclusiva competenza del soggetto pubblico
3. Le competenze che attribuiamo alle due fasi sono esemplificativamente:

Al livello regionale:

· Con la Regione le risorse da attribuire ai comuni per sostenere l'attività della scuola dell'infanzia, sia pubblica che privata, sia nella fase della programmazione degli stanziamenti (entro il mese di luglio 2003) che in corso di definizione della finanziaria regionale (settembre 2003).·

L'attribuzione delle risorse dovrà essere subordinata alla presentazione di progetti da parte dei comuni o dei distretti territoriali rispondenti ai criteri di rispetto di standards di qualità ed efficienza delle scuole, sia pubbliche che private, determinati in sede di confronto con la Regione, l'Anci e l'UPI regionale, la Direzione scolastica Regionale.

Inoltre dovrà essere determinato l' obbligo per i soggetti privati al rispetto del CCNL per tutto il personale impegnato nella attività del complesso educativo-scolastico ·

Infine la costituzione di un osservatorio permanente della gestione dei patti territoriali

Al livello comunale:

Definizione delle risorse per il finanziamento dell'offerta sia pubblica che privata della scuola dell'infanzia e dei nidi in termini di prospettiva.

Definizione di un modello integrato di scuola dell'infanzia e dei nidi in una prospettiva di tre/quattro anni che tenga conto sia della domanda (e quindi delle liste di attesa) che dei tassi di natalità , che del rispetto dei rapporti stabiliti dalla legge tra educatore/bambini .

Le modalità di funzionamento rispetto agli orari; orari che possono essere variabili all'interno di una fascia prestabilita determinata nell'accordo .

Definizione delle piante organiche e dei relativi fabbisogni professionali per la scuola pubblica, con relativa pianificazione della stabilizzazione del personale docente precario.

Definizione delle modalità di presenza nel territorio di equipe che garantiscano all'insieme delle scuole la dovuta assistenza psico-pedagogica, con particolare riguardo ai progetti di accoglienza dei bambini provenienti da culture diverse; al recupero delle situazioni di disagio infantile e/o familiare.

Regolamentazione dello svolgimento delle attività sussidiarie e di sostegno a quella educatrice e del nido; controllo al livello comunale delle mense dei nidi e delle scuole dell'infanzia , sia esse pubbliche che private, per il pieno rispetto dei livelli igienico-alimentari.

Individuazione di percorsi formativi cui devono partecipare tutti gli operatori; contributo del privato per i propri dipendenti.

Una volta individuate le necessità pianificare l'eventuale necessità di espansione dell'offerta determinando,per la parte pubblica:
 a) gl' Interventi di edilizia scolastica in termini di nuove sedi o di ristrutturazione delle preesistenti
 b) Il personale da assumere, utilizzando per questa bisogna le graduatorie in essere
 c) Verifica della sussistenza dei requisiti previsti in termini ambientali e strutturali (626/94) dei nidi e delle scuole dell'infanzia
 d) Modalità e criteri di un eventuale ricorso a soggetti privati per sostenere l'attività scolastica pubblica per la parte privata:
 a) obbligo di apertura al territorio in caso di nidi aziendali utilizzando le graduatorie delle liste di attesa
 a) verifica degli ambienti e delle condizioni di sicurezza delle struttura e dei bambini
 b) rispetto del rapporto educatori-docenti/bambini
 c) idoneità della struttura rispetto gli standard determinati
 d) accertamento dei titoli professionali posseduti dai dipendenti impegnati
 e) comunicazione della pianta organica; del personale inquadrato e delle modalità di sostituzione del personale assente.

La costituzione anche al livello territoriale di un osservatorio sulla gestione dell'offerta complessiva di scuola dell'infanzia