Roma, 7 dicembre 2005
Alle Segreterie Regionali, Territoriali e di LORO SEDI
Oggetto: personale precario degli EE.LL.
Care compagne, cari compagni, come ben noto, la finanziaria 2006 nel rivedere il patto di stabilità interno impone alle Regioni a statuto ordinario di non superare, per le spese correnti, al netto delle spese per il personale, quelle del 2004 ridotte del 3,8%; mentre per Province e Comuni dovrà invece essere ridotta dal 6 % al 7,3 %, in relazione al rispetto dei parametri di spesa pro capite definiti con apposita tabella, in rapporto alle spese del 2004. Nello stesso tempo le voci riguardanti le spese per il personale precario operante nelle amministrazioni locali (tempi determinati, a convenzione, co.co.co e co.co.pro) non potranno superare il tetto del 60% delle spese sopportate, per la medesima ragione, nel 2003. A ciò si deve aggiungere l’ennesimo blocco del turn-over e l’obbligo di diminuire la spesa complessiva per il personale dell’1% di quanto speso nel 2004 per i prossimi 2006-2007-2008 e una concreta riduzione delle risorse disponibili a finanziare la contrattazione decentrata, con conseguenti limitazioni degli investimenti sul personale per garantire la qualità e l’efficacia dei servizi resi alla cittadinanza. L’insieme di tutte queste cose pone in drammatica evidenza il problema della permanenza delle migliaia di precari del Comparto delle Autonomie, la cui presenza è divenuta ormai fondamentale per continuare a garantire i servizi alla cittadinanza, con il rischio che con il nuovo anno possano essere espulsi in conseguenza delle norme contenute nella Finanziaria del 2006. E’ evidente che le limitazioni poste in termini di spesa per le amministrazioni del Comparto renderanno più problematica la soluzione di questa vicenda; serviranno pertanto capacità contrattuale ed intelligenza politica nel ricercare soluzioni in grado di soddisfare la necessità di stabilizzare questi lavoratori nell’ambito dei propri enti. Al riguardo, la CGIL FP ha manifestato in tutte le occasioni il proprio intendimento di dare a questi lavoratori certezza per il loro futuro sia attraverso iniziative di carattere generale, effettuate insieme a CISL e UIL di categoria e confederale nei confronti del Governo, che con intese stipulate al livello locale per consentire, almeno in questa fase, il mantenimento in servizio di tutti i lavoratori precari. Su quest’ultimo aspetto, sarà necessario vigilare attentamente al fine di evitare soluzioni affrettate che possano in qualche modo pregiudicare il futuro di questi lavoratori nonché il servizio pubblico da loro svolto. Per questi motivi sarà necessario, in attesa che siano approvate definitivamente le disposizioni della Finanziaria e che la segreteria nazionale della Funzione Pubblica dia le indicazioni utili per una gestione univoca di questa problematica in tutto il territorio nazionale, richiamare le controparti al rispetto della normativa contrattuale degli Enti Locali, in particolare chiedendo l’applicazione del CCNL per il personale precario qualora si intendesse risolvere il problema della stabilizzazione utilizzando lo strumento delle esternalizzazioni. E’ questo un tema molto delicato sul quale la nostra categoria ha espresso da tempo una posizione chiara e netta; per queste ragioni è opportuno non assumere in questa fase decisioni definitive, e chiedere in ogni caso che siano chiarite ed approfondite le procedure relative a questi processi di esternalizzazione. Ciò anche al fine d’impedire che attraverso la pratica del conferimento dei lavoratori precari a società esterne alla amministrazione d’appartenenza possa affermarsi una pratica di deresponsabilizzazione nella gestione dei servizi pubblici come l’unico mezzo possibile per governare le attività ed i servizi degli enti locali (dai servizi sociali alle attività educativo-scolastiche, dalle finanze e i tributi financo agli uffici del personale e tutte le altre attività di rilevanza non economica). Una tendenza questa che vede spesso l’adesione di una buona parte dei nostri amministratori, senza distinguo politici, la quale, se non contrastata in maniera ferma, rischia di determinare nel nostro paese la valorizzazione del servizio, la caduta verticale dei diritti sociali e di cittadinanza nonché, per i lavoratori coinvolti, la messa in discussione dei contratti collettivi di lavoro. Per tutte queste ragioni è necessario che il Centro Nazionale sia messo a conoscenza di quanto avviene nei singoli territori su questo delicatissimo ed importante aspetto, rispondendo alla sollecitazione sull’argomento a firma di Carlo Podda e Mauro Beschi, avendo particolare attenzione sul merito delle soluzioni organizzative proposte riguardo il mantenimento al lavoro del personale precario, la sua consistenza, quali sono i servizi resi e come sono organizzati, le eventuali difficoltà incontrate nel corso delle trattative. Fraterni saluti.
Il segretario nazionale GCIL FP |